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Documento della Commissione Politica per l’XI Congresso

(Politica-Solidarietà-Gemellaggio-Informazione)

I cambiamenti a Cuba e lo sviluppo della nostra iniziativa politica e di solidarietà.

Questa volta molto più che in passato, arriviamo al nostro prossimo Congresso, l’XI, con dei cambiamenti sostanziali a livello di geopolitica internazionale in relazione a Cuba. L’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba ha cercato di confrontarsi con questa nuova realtà promovendo attività significative in diversi campi.

Cuba - Per quanto riguarda Cuba il cambiamento, anche solo dall’ultimo nostro Congresso di Milano di 4 anni fa, è di fatto sostanziale. Il paese iniziava allora il percorso della fuoriuscita completa dall’isolamento in cui il potere delle multinazionali, con base negli Stati Uniti e con l’Unione Europea complice, lo voleva relegare del tutto, tra blocco e terrorismo mediatico per far sembrare Cuba una dittatura.

Purtroppo in Europa di quel che accade “altrove” si sa poco o nulla. L’informazione da noi è più impegnata nel denigrare ideologicamente ai “paesi canaglia” piuttosto che valutare fatti e dati. Per la stragrande maggioranza dei media il contesto si riproduce sempre uguale a se stesso. Così la “fonte interessata” propone la notizia e i cortigiani la diffondono in modo acritico se non complice. Per cui, in base a questo paradigma, Cuba rimane uno stato canaglia, il Venezuela è una dittatura, Ecuador, Bolivia, Nicaragua, Argentina, Uruguay e altri, non sono democratici, ecc.

La realtà è che, nonostante gli attacchi militari, economici e mediatici che ha dovuto subire in oltre 50 anni la Rivoluzione cubana è ancora li a poche miglia dall’impero, rappresentando sempre più il punto di riferimento per nuove forme di aggregazione e di integrazione tra i popoli latinoamericani, per le lotte di emancipazione dei paesi del Terzo Mondo e per tutti coloro che nel mondo lottano conto oppressione sfruttamento.

L’America Latina si muove e in pochi anni è diventata la regione più progressista del mondo, orientata verso un’integrazione regionale, pre-requisito per una reale indipendenza, democrazia e sviluppo economico e sociale.

Come recentemente affermato anche dal Presidente Correa, l’America Latina non sta vivendo un’epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d’epoca. Oggi ci sono governi autonomi, sovrani, progressisti; i governi neoliberali, salvo eccezioni, sono crollati come castelli di sabbia, lasciando il posto a molti governi di sinistra. E continua: non è con più capitalismo, con più neoliberismo, con più mercati che si risolveranno le cose. L’America Latina ha bisogno di un modello alternativo, modello che già si sta costruendo in alcuni paesi.

Fatti positivi sono la nascita del Banco del Sur, dell’ALBA (Alleanza Bolivariana per le popolazioni di Nuestra América), del MERCOSUR, dell’UNASUR, del CARICOM, della Comunità delle Nazioni Andine, di PETROSUR, della CELAC; inoltre con la nascita di Telesur i paesi dell’ALBA cercano di proporre un loro canale informativo e non deformativo. Non va sottovalutata l’alternativa finanziaria adottata con la creazione del Sistema Unico di Compensazione Regionale (SUCRE) e l’istituzione delle imprese “grannazionali” per soddisfare le necessità fondamentali delle popolazioni con meccanismo di commercio equo e complementare e la promozione della solidarietà e della non competitività tra i membri. Un modello (ALBA) alternativo al sistema capitalista, che contempla:

  • la solidarietà e la complementarietà e la non competizione

  • l’armonia con la terra che non deve essere sfruttata

  • la diversità culturale; non soggiogare le culture e non imporre valori culturali o stili di vita alieni alle realtà nazionali

  • la pace basata su un sistema di giustizia sociale e non su politiche e guerre imperialiste

un sistema che recuperi la condizione umana delle società e delle popolazioni, affinché non riduca queste ultime a semplici consumatrici di beni.

Inoltre i paesi membri confermano che i servizi di base come l’Educazione, la Salute, l’Acqua, l’Energia e le Telecomunicazioni devono essere dichiarati diritti umani e non possono, quindi, essere oggetto di affari privati né tanto meno essere commercializzati dal WTO.

In un’immagine i paesi membri affermano che “la politica sociale non sarà mai più l’ambulanza che raccoglie i morti lasciati dalla politica economica e dal mercato”. Libertà da FMI, WTO, Banca Centrale e ALCA.

Stiamo parlando di una concezione di organizzazione sociale che va oltre i confini nazionali dei singoli paesi. Un’idea di società dove i servizi di base come l’educazione, la salute, l’acqua, l’energia e le telecomunicazioni sono considerati “diritti umani” e non possono quindi essere oggetto di affari privati, né tanto meno essere commercializzati.

Contrariamente alle fallimentari formule neoliberali e delle loro misure di mercato, che hanno lanciato l’umanità in una corsa suicida verso il profitto, l’America Latina mira invece alla rivalorizzazione della gestione statale dell’amministrazione pubblica. In molti dei suoi Paesi si sta promuovendo una nuova relazione Stato-Società e un modello alternativo più democratico, partecipativo e orientato alla soddisfazione delle necessità dei cittadini.

Basta citare UNASUR e CELAC, basta considerare l’ALBA (Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nuestra América), e dare un’occhiata ai loro principi ispiratori per capire cosa intendono i latinoamericani per unità della regione.

Nuovi rapporti commerciali, la sconfitta statunitense nel progetto “ALCA”, politiche convergenti con paesi circostanti, la nascita delle strutture precedentemente citate offrono nuove opportunità di sviluppo a Cuba che pur nelle difficoltà ha saputo mantenere un ruolo di guida e orientamento in ambiti strategici come l’educazione, la cultura, la salute, la farmacologia, la casa, il lavoro ecc.

In molti ambiti Cuba si è presentata come la nazione con più competenza e con più personale atto alla formazione di nuovi addetti nei vari campi. Ciò ha anche portato nuove risorse economiche all’interno dell’economia cubana tanto che il turismo, pur essendo ogni anno in costante crescita, non rappresenta più la principale fonte di valuta straniera, che è oggi invece rappresentata dalla vendita di servizi all’estero.

I cambiamenti economici, compresa la tanto agognata riunificazione della attuale doppia moneta, conseguenti alle risoluzioni sancite con i “lineamentos” dal VI Congresso del PCC sono in piena fase applicativa e le riforme socio-economiche serviranno al consolidamento del sistema socialista della Rivoluzione cubana.

Attualmente gli altri investimenti a Cuba da parte di partner sud-americani sono: cavo internet dal Venezuela con snodi in progressiva diffusione nel paese; zona speciale di sviluppo, una sorta di area franca e industriale del Mariel, la più grande struttura portuale di tutto il Caribe, costruito dal Brasile con finanziamenti brasiliani e cinesi; la realizzazione di due grandi poli turistici nella zona di Pinar del Rio, Marina Gaviota e Punta Colorada Golf & Marina, che diventeranno il più grande complesso turistico di Cuba e che rappresentano i nuovi passi per la modernizzazione di Cuba.

Il prossimo passo per l’Isola è il passaggio delle consegne della Rivoluzione dalle mani dei suoi padri alle nuove generazioni e simbolicamente questo avverrà entro il 2018, con il termine dell’ultimo mandato presidenziale di Raúl.

A seguire proprio dal 2015 verrà inaugurato di fronte a Cuba il nuovo passaggio tra Atlantico e Pacifico con il Canale del Nicaragua, costruito dalla Cina. Questo sostituirà in tutto l’ormai centenario Canale di Panama (già statunitense) e potrà essere il volano della nuova condizione di Cuba, luogo di logistica e movimentazione modernissimo al centro delle rotte atlantiche.

La nostra Associazione chiede all’Unione Europea di eliminare la Posizione Comune, in coerenza con la rielezione di Cuba nel Consiglio dei Diritti Umani e con la posizione quasi plebiscitaria espressa dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nelle votazioni contro il blocco.

Ribadiamo con forza la nostra posizione per il pieno rispetto della legalità internazionale, contro tutte le guerre di aggressione e contro tutti i terrorismi.

Infine siamo per la restituzione incondizionata della Base Navale di Guantánamo, illegalmente occupata dagli Stati Uniti.

Italia - Questo scenario che muta ora e cambierà in futuro la condizione anche interna di Cuba, ci impone di riesaminare la storia della nostra solidarietà con la Rivoluzione. Se in passato, anche a causa del bloqueo, del período especial, della caduta del campo socialista, la nostra Associazione era impegnata maggiormente sul fronte della solidarietà “materiale”, da alcuni anni il nostro impegno e le nostre energie, in accordo con le autorità cubane, vengono indirizzati prevalentemente a una solidarietà di tipo “politico”.

Collaborando spesso anche con altre realtà soprattutto europee tuttora vengono forniti materiali e medicinali importantissimi. Prosegue la nostra attività solidale per i farmaci oncologici per l’infanzia che a causa del blocco Cuba non poteva procurare. La campagna da tre anni è quasi esclusivamente finanziata da noi, tramite mediCuba-Europa. Molte forme di solidarietà senza pubblicità visibile hanno poi rappresentato la normale e continua attività di molti Circoli.

Un ruolo estremamente importante l’ha svolto il nostro accesso ai finanziamenti derivanti dal 5 per mille delle imposte. Ci siamo visti destinatari di un tipo di finanziamento certamente importante rispetto alle nostre “normali” risorse economiche, che abbiamo scelto di utilizzare sulla base di un principio politico la cui validità consideriamo un nostro punto di orgoglio: la parte principale di questo finanziamento, almeno il 60%, è stato destinato ad iniziative di solidarietà materiale attraverso il nostro finanziamento a progetti di sviluppo a Cuba; il restante 40% l’abbiamo finalizzato alle nostre campagne politiche e in parte al nostro funzionamento interno. Riteniamo sia sotto gli occhi di tutti la migliorata capacità di realizzare iniziative di ampio respiro. Non si può però pensare che queste nascano dal nulla: in buona parte lo dobbiamo alla maggiore capacità economiche che ci hanno consentito di far marciare con maggior sicurezza le “buone idee” che riteniamo non siamo mancate al nostro interno. La scelta di impegnarci su progetti di sviluppo che fossero significativi per tutta l’isola e non rappresentassero una caduta a pioggia di piccoli finanziamenti ma che al contrario possano rappresentare anche l’opportunità di ampliamento dei progetti con la conseguente possibilità di partecipazione a livello locale dei nostri circoli, la riteniamo giusta. L’ultimo progetto su cui ci siamo impegnati, in campo agroalimentare, è andato in questa direzione,ma maggiori sforzi dovremo fare in tal senso.

Altre importantissime attività di sostegno a Cuba sono state realizzate tramite i gemellaggi che hanno avuto la loro ragione d’essere e di esistere per molti anni e che ultimamente, con il modificarsi delle necessità cubane, forse dovrebbero essere ri-aggiornati in accordo con i compagni cubani. Questi infatti hanno potuto contare molto sulle nostre reti territoriali dei Coordinamenti Regionali. Attualmente le cose sono però cambiate anche in Italia. La diminuzione degli associati è infatti un fattore fisiologico in relazione agli ultimi anni di crisi economica galoppante. Dal punto di vista dell’impegno politico poi, oltre ai propri problemi verso cui si viene dirottati con la perdita di posti di lavoro o di impegno per non perderlo, basta guardare a cosa è successo alle formazioni politiche della sinistra, svuotate e praticamente senza iscritti. Quindi meno necessità materiali da parte di Cuba e meno possibilità economiche nostre e di recuperare ampie fasce di attivismo solidale.

Il prossimo lavoro dal punto di vista politico e della solidarietà non può non tenere conto della nuova fase avviata da Cuba e dai Paesi Latinoamericani. Dopo la solidarietà di servizio che abbiamo attuato per molti anni (dal Período Especial ai primi passi del cammino avviato verso l’integrazione Latinoamericana), abbiamo espresso il massimo nella solidarietà per contrastare il terrorismo mediatico con un grande sforzo nell’informazione e nella comunicazione. Si avvia ora un nuovo percorso verso una solidarietà politica e istituzionale a sostegno della Cuba che si trasforma. Contrastare il blocco, partendo da una visione diversa che deve essere fornita su Cuba in occidente. Usare mezzi di comunicazione che mettano l’Isola fuori dal blocco indipendentemente da quello che decideranno gli Stati Uniti, perché a partire dall’Expo di Milano, Cuba presenterà di fatto un nuovo ruolo, lontano dall’essere isolata e anzi forza propulsiva di un’economia per i tempi futuri.

Ora alla presidenza della CELAC, Cuba rappresenta un continente con oltre 500 milioni di abitanti e delle risorse naturali senza pari per le possibilità di sfruttamento attuale e prossimo. Adesso i popoli latinoamericani commercializzano le proprie risorse e non si fanno più derubare come in passato, favorendo la propria gente che si sta rendendo conto di questa verità.

Da oltre due anni esponenti cubani dell’informazione e della comunicazione avevano sollecitato presso i nostri organismi direttivi la ri-nascita di un gruppo dedicato alla controinformazione per contrastare il terrorismo mediatico contro Cuba. Questa impostazione è stata avanzata dai cubani anche presso le altre aggregazioni solidali europee e non solo. Abbiamo quindi attivato un ristretto ma agguerrito gruppo dedicato a questo compito, che, sempre in coordinamento con la Segreteria Nazionale dell’Associazione, ha rilanciato tutto il comparto. Dopo aver rivisto ed attualizzato il sito internet, aver attivato e incrementato con enorme successo di contatti la pagina Facebook, Twitter, il canale YouTube, aver creato un blog e il bollettino informatico quindicinale Amicuba spedito in PDF a migliaia di persone e istituzioni oltre ai nostri soci, è stato anche arricchito in termini di contenuti il periodico dell’Associazione, El Moncada. La qualità della rivista ha acquisito rilevanza in termini di informazione e cultura politica.

Recentemente da Cuba sono arrivate le valutazioni entusiaste per i risultati di questo impegno e siamo stati additati quali esempio alle altre realtà solidali.

Infine un enorme sforzo, che tutta l’Associazione ha fatto negli ultimi anni, soprattutto dopo il X Congresso di Milano, è stato rivolto al caso dei Cinque. Campagne sistematiche, da quella del giorno 5 di tutti i mesi per i 5 (veramente tantissime), alla campagna internet con le foto di personaggi italiani noti in vari campi, solidali con la causa dei 5. Esposizione di materiale su monumenti famosi, una corsa ciclistica, una visibilità per la tematica dei 5 alla grande manifestazione svoltasi a Milano nell’ottobre del 2012 per il 50° dell’uccisione di Giovanni Ardizzone durante il corteo a difesa di Cuba per la “Crisi dei Missili”, fino alla partecipazione di nostri dirigenti agli incontri di Holguín e alle 5 giornate per i 5 di Washington – 2012 e 2013 – dove hanno presenziato a importanti attività nella tana del lupo, presso gli uffici dei congressisti statunitensi.

Le attività svolte in favore della causa dei 5 hanno visto più recentemente una grande campagna di gigantografie per le strade della capitale, molto importante anche a livello internazionale, e vedono ora il via a un intervento di portata mondiale, quello dei mini-video con i messaggi di personalità di tutto il mondo rivolti a Obama. Questa campagna ha voluto dire operare le registrazione anche in molti paesi stranieri, fare assemblaggi e post-produzione per ben 55 filmati. Cercare i personaggi, chiedere la collaborazione, fissare appuntamenti, presentarsi con l’attrezzatura, insomma un lavoro di enorme portata che ha significato impegno, tempo e spese quasi inesistenti per le casse dell’Associazione. Queste attività ci hanno messo particolarmente in vista presso i media cubani e le altre realtà solidali nel resto del mondo.

E’ giusto ricordare anche che dall’ultimo Congresso sono stati riallacciati i rapporti con Anpi, Camera del Lavoro, Rete Antifascista Milanesi, con la Regione Lombardia, e a livello nazionale con Arci, Lega delle Cooperative, deputati e senatori al momento solo del PD.

Associazione - Si è registrato un costante calo del numero dei nostri tesserati e in questi un’evidente carenza della presenza giovanile, oltre a una ridotta partecipazione alle nostre iniziative di persone che non fanno parte della nostra organizzazione.

Tutto ciò evidenzia come il nostro più importante problema è il non riuscire a superare la nostra autoreferenzialità; tanto più grave se consideriamo che il compito principale che si pone la nostra Associazione è quello di divulgare i principi della Rivoluzione cubana e far conoscere il più possibile le conquiste sociali che ha prodotto a Cuba e che sono ormai le basi prese ad esempio dai governi latinoamericani per un futuro sviluppo di tutta l’America Latina e come unica alternativa al neoliberismo.

Si tratta di un’analisi critica che, fermo restando le responsabilità degli organismi direttivi, non esenta nessuno dal sentirsi parte in causa di quanto rilevato, Circoli compresi.

Anche sul tema della necessità di diffondere maggiormente le informazioni sulle conquiste sociali della Rivoluzione cubana, nonostante il grande impegno derivato dal mandato di questo Direttivo Nazionale, spesso a livello locale si è registrata una grande lacuna nel rilanciare capillarmente la comunicazione.

Si sollecita una maggiore informazione da far pervenire al El Moncada sulle attività soprattutto di carattere politico che vedono coinvolta la nostra Associazione sia a livello locale che nazionale.

Diventa più che mai importante ora segnalare, oltre i nostri confini di Associazione e all’interno della sinistra più ampia, che il nuovo corso dell’America Latina ha preso spunto dalle conquiste sociali della Rivoluzione cubana e soprattutto dalla strenua difesa - per oltre mezzo secolo - che il popolo cubano ha fatto di questo patrimonio.

E’ chiaro che nel farlo è necessario presentare il conto, la critica, a chi in questi anni ha dato il fianco al “terrorismo mediatico” che ha raffigurato Cuba come una società non libera e non democratica. Per questo il compito è ancora più faticoso e la sfida più ardua. Per questo ci vuole preparazione politica e tenacia nel contattare l’esterno dell’Associazione. Per lo stesso motivo diventa meno facile essere ricettivi di nuovi aderenti dalla sinistra. Molti per coerenza nel condividere la nostra posizione devono partire con il fare una profonda autocritica, e per farla ci vuole onestà intellettuale. Merce rara di questi tempi, soprattutto in Italia. Ecco uno dei motivi cardine delle difficoltà di proselitismo. A seguire rimane ancora altissimo il bombardamento mediatico su Cuba, il colonialismo culturale, che non favorisce di base l’approccio dei giovani a tematiche di laboratorio sociale.

Probabilmente l’analisi effettuata sulla crisi politica delle forze di sinistra, sulle precarie situazioni economiche e occupazionali, non è stata esaustiva e poche sono state le idee per cercare una soluzione.

Chiediamo pertanto a tutti i compagni di affrontare nei loro Congressi di Circolo queste tematiche al fine di sviluppare idee e programmi da proporre al Congresso Nazionale e al prossimo Direttivo Nazionale.

Confidiamo nella sempre più attuale ricetta del pensiero di “sinistra” per la quale i problemi si possono superare sviluppando strategie politiche che poggino sull’unità delle nostre forze, soprattutto quando queste cominciano a scarseggiare.

Ciò significa principalmente rafforzare le nostre strutture organizzative Regionali e Nazionali per dare più forza ai Circoli.

L’America Latina è il continente del futuro perché è una regione unita. Il popolo di Cuba, con Fidel e con Raúl, è la Rivoluzione. Il futuro dell’America Latina è integrazione, salute, educazione, cultura, giustizia, case, lavoro, pace, democrazia e internazionalismo. E’ questo è il socialismo, che Cuba difende e sviluppa e che noi come Associazione sosteniamo e difendiamo e dobbiamo far conoscere.

Mentre il mondo “sviluppato” si dilania in una crisi economica e sociale dalla quale non sa uscire perché si ostina a volerlo fare attraverso gli strumenti classici del neoliberismo, l’America Latina intraprende un proprio percorso di liberazione ed emancipazione e di sviluppo economico, proprio a partire dal rifiuto di quegli strumenti. Si fa di tutto per nascondere alla gente comune come “un altro mondo è possibile”, ma sta a noi ed è uno dei nostri principali compiti in questa fase, riuscire a far conoscere e apprezzare questa alternativa possibile: è un’esigenza di tutti ed è il nostro contributo al “risanamento” della sinistra.

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